11 Luglio 2025

Semplici regole per svezzare bene i vitelli

L’efficienza dell’allevamento e la salute dei vitelli passano attraverso poche e semplici regole che, se rispettate quotidianamente, permettono di avere una vitellaia in salute.

Obiettivo “rimonta”

Ma perché è così importante prendersi cura della rimonta? Innumerevoli studi hanno dimostrato che gestire questa delicata fase della vita improduttiva delle bovine porta ad avere una futura vacca “di qualità” e minori perdite economiche già dalla prima lattazione, oltre al fatto che, per avere il primo parto all’età di 24 mesi circa, bisognerà fecondare gli animali a 14-15 mesi di età.

N.B. Il primo intervento fecondativo andrebbe effettuato soltanto una volta che la manza ha raggiunto il 66% del peso adulto (calcolato come il peso medio delle vacche presenti in azienda con 3 o più lattazioni).

Oltre alle buone pratiche di gestione vi sono, in particolar modo, quelle che riguardano lo svezzamento. Questo deve essere un evento non traumatico ed eseguito al momento giusto e con le giuste modalità.

L’evoluzione del rumine: un passaggio graduale

Affinché le modificazioni macroscopiche degli stomaci del vitello avvengano in maniera corretta e nel modo più graduale possibile (da qui il nome del progetto di svezzamento “Step-Down”) quello che consigliamo è di somministrare al vitello già nella prima settimana di vita un alimento solido (mangime starter) in grado di favorire lo sviluppo funzionale del rumine, ossia le papille ruminali che sono le responsabili dell’assorbimento degli acidi grassi volatili (in particolare il butirrico e secondariamente il propionico).

Per quanto riguarda lo sviluppo anatomico, e quindi l’aumento del volume dei prestomaci e l’attivazione della normale motilità, invece, consigliamo l’impiego di fibra alimentare. La scelta è ricaduta su paglia di orzo e frumento depolverata, particolarmente indicata già dalle prime fasi, in quanto caratterizzata dalla forte appetibilità e buon effetto tampone sul rumine. La lunghezza di taglio scelta è piuttosto ridotta (circa 3,5-4,5 cm), ideale per le dimensioni della bocca del vitello, il quale piuttosto frequentemente limita l’ingestione di foraggi a fibra lunga poiché l’assunzione gli risulta “complicata”. l’eventuale conseguenza è che non vi è un sufficiente effetto tampone e quindi incorrerà in: acidosi ruminale clinica o subclinica, ipercheratosi per mancanza di effetto abrasivo, oltre a diarrea con conseguente limitazione di assunzione di alimento.

Fasi di svezzamento

Vi è un evidente vantaggio nel fornire fin da subito energia extra oltre al latte, infatti ulteriori studi evidenziano che un accrescimento rapido nei primi mesi di vita fa registrare tassi di conversione alimentare fino al 55% (post svezzamento cala al 35% e a 300 giorni l’efficienza alimentare cala al di sotto del 10%).

La prima fase di svezzamento prevede, quindi, l’utilizzo del mangime Mix Calf Sprint 20 e della paglia nelle proporzioni 95% e 5% rispettivamente e del latte Emilatte Premium o di quello intero (purché sia sano). Nella fase successiva, vale a dire quando il vitello raggiunge i 140-180 kg possiamo passare alla razione per le manze, di solito caratterizzata sempre dall’utilizzo di mangime e foraggi, all’85% e 15% rispettivamente.

Come descritto da Heinrichs et al. nel 2011 l’assunzione di sostanza secca e in particolar modo di cereali è in grado di influenzare in maniera positiva la produzione di latte già in prima lattazione e la sua composizione in termini di grasso e proteina.

È importante ricordare che l’assunzione media di mangime è fortemente influenzata anche dall’assunzione di acqua, la quale deve essere sempre presente, pulita e microbiologicamente pura.

Di seguito un riassunto di quanto detto fino ad ora:

 

Quando definiamo concluso lo svezzamento? Questo avviene quando l’ingestione giornaliera di mangime è di 1,5 kg per capo e si mantiene costante per più di tre giorni consecutivi, all’incirca intorno alla nona settimana.

 

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